Il nuovo singolo di Sara Emma Gemma, “Mai abbastanza”, sembra leggero e spensierato a un primo ascolto, ma nasconde un’intensità emotiva profonda. La canzone esplora il desiderio di fuga dal dolore e dalla delusione, quando chi diceva di amarci volta le spalle. Tra rabbia, stanchezza e sentimenti di inadeguatezza, il brano oscilla tra la voglia di riscatto e l’abbandono al dolore, raccontando un viaggio intimo e universale verso la speranza.
Ciao Sara Emma Gemma, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Ciao a tutti. Allora, ho ricordi vaghi di quando ero piccolina ed i miei in casa ascoltavano Battisti, Battiato, Vecchioni. Credo sia stato questo il primo contatto con la musica. Poi alle medie ho cominciato a studiare la chitarra e non l’ho più lasciata, anche se poi ho continuato principalmente da autodidatta. Intorno ai 13/14 anni io ed alcuni amici abbiamo formato la prima band… ricordo che il garage di casa mia era la nostra sala prove. Credo che più o meno tutto il vicinato ci odiasse. Poi dopo una serie di esperienze live decisamente amatoriali sono diventata, quasi per caso, la cantante di una band, gli Ephimera, che per più di dieci anni è stata la mia seconda famiglia. Con gli Ephimera sono cresciuta moltissimo dal punto di vista musicale e ho avuto la possibilità vivere esperienze meravigliose, anche proprio a livello umano.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Non mi identifico in un genere preciso, proprio come i miei ascolti. Passo infatti dal cantautorato al pop di Lady Gaga senza alcuna difficoltà, toccando ovviamente il rock. Per citare alcuni dei miei ascolti più assidui direi Carmen Consoli, Elisa, Levante, Verdena, Afterhours, Marlene Kuntz, Muse, Skunk Anansie, System Of a Down… ma anche De Andrè, Battiato. In band eravamo 4 persone con stili diversi ed è stato molto stimolante lavorare in modo di farli coesistere e coabitare nelle nostre canzoni. Ecco, credo che il mio stile oggi sia il risultato di questo lavoro.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Questa è difficile… Forse introspettiva, trasversale, libera.
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
“Mai abbastanza” è una canzone semplice, nata al termine di una storia che mi ha lasciato con tanti punti interrogativi e tanta sfiducia nei confronti dei rapporti interpersonali… della serie “tanto anche chi dice di amarti o volerti bene finisce per voltarti le spalle”. Quindi non c’è un vero e proprio messaggio intrinseco… è più una carezza, una vicinanza a quanti si sono sentiti così almeno una volta nella vita.
Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Nessuno mi ha mai chiesto se nella musica e nella vita ho fatto sempre tutto quello che sentivo di voler fare.
Spoiler…la risposta è negativa.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Siate liberi. Vivete tutte le esperienze che sentite di dover o voler vivere senza lasciare che gli altri influenzino le vostre scelte. Sbagliate e soprattutto, ogni tanto annoiatevi. Tutta questa velocità non ci serve e non ci rende più produttivi.