Con ironia, sincerità e una buona dose di autoanalisi, Kanestri porta in “Resto qui” un messaggio diretto: restare è un atto di coraggio. Restare dentro le proprie emozioni, dentro le cose difficili, dentro ciò che ci definisce veramente.
Da qui parte la nostra intervista per Cherry Press, un dialogo che attraversa influenze musicali, un amore mai dichiarato ma sempre presente per la chitarra, e un approccio alla scrittura che è allo stesso tempo istintivo e profondamente umano.
Ciao Kanestri, benvenuto sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinato alla musica?
Ciao ragazzi, è un piacere scambiare qualche pensiero con voi. Ho iniziato a cantare ed esibirmi già da piccolissimo, poi ho scoperto piano piano tutti gli strumenti musicali, partendo dalla batteria, per poi ritrovarmi a far parte di alcune punk rock band come chitarrista e cantante. Lunga storia, a tratti noiosa, ma se devo pensare ad un vero inizio, anche a livello mentale, è stato il giorno che sono andato a comprare la mia prima chitarra elettrica e le successive 2 notti. La musica è lo strumento che mi rimane facile usare per comunicare le mie emozioni. Non so se posso definirlo amore, in parte si, alla fine ci stiamo scoprendo giorno dopo giorno e ci accompagniamo nei momenti importanti.
Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sto ascoltando molti artisti e band che hanno al centro del loro sound la chitarra acustica e mi sto lasciando un po ispirare. Adoro Frank Turner, credo sia la mia principale fonte di ispirazione al momento. Sto lavorando al mio sound, questo è un primo tassello.
Poi vengo dal punk rock anni 90 e quell’attitudine me la porto sempre dentro la borsa.
Potrei farti un lista di band che mi hanno influenzato infinite, sicuramente il mio primo live dei Green Day in seconda media è stato fisicamente ed emotivamente decisivo.
Tre aggettivi per definire la tua musica.
Autentica, energica e malinconica.
Se qualcuno si rispecchia in queste frequenze può andare nei miei canali social mettere un like di supporto! E venite ai concerti!
Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
“Resto qui” è nato nel caos e nella solitudine, dall’esigenza di tirare fuori qualcosa.
E come tutti i miei brani nasce con una chitarra in mano, poi mi sono divertito a dargli altri colori. Rappresenta la necessità e il coraggio di restare nelle proprie emozioni, qualsiasi siano le condizioni esterne e i comportamenti altrui. C’è un momento in cui ciò che provi è realmente ciò che sei e in quel momento capisci l’importanza di ogni tuo gesto, ogni movimento, ogni respiro. E’ una sorta di responsabilità verso se stessi. Un non subire le azioni degli altri ma valorizzare e dare una faccia alle proprie. Consiglio di leggere un bellissimo sonetto di Shakespeare sul tema, il 116.
Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Non mi piace rispondere alle domande, in generale. Preferisco farle e ascoltare. Si impara sempre qualcosa, soprattutto chi non vuoi essere.
Quindi: “Come mai non ti piace rispondere alle domande e in generale preferisci farle e ascoltare?” Perchè adoro farmi i c@zzi miei. Di base sono un timido egocentrico paranoico. Se non a mio agio balbetto, se troppo a mio agio sproloquio. La via di mezzo mi mette ansia. Ammiro filosofi e poeti, ne bramo la cadenza. Potrei annoiare. Annoiare di gusto.
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Non è mai troppo tardi per sognare di fare qualsiasi cosa.
