Una “confessione” davanti all'obiettivo del regista Nigel Cole: è “Bruce Springsteen in His Own Words” in onda mercoledì 8 luglio alle 23.00 su Rai5 (canale 23). Un film - documentario dal taglio intimista, disponibile anche in lingua originale, in cui Springsteen sceglie di raccontarsi attraverso la lettura di alcuni passi della sua autobiografia, integrando il racconto con ricordi, aneddoti e rare immagini tratte dal suo archivio personale. La sensazione è quella di sfogliare un album di famiglia in cui gli echi di una vita intera prendono forma e sostanza. A emergere non è la rockstar, ma il poeta, con tutte le sue fragilità e conflitti interiori. La grandezza della sua lirica ha saputo coniugare aspirazioni e travagli personali in una storia collettiva americana profondamente contraddittoria, sospesa tra il sogno americano e la disillusione della sua futilità. Il collante della narrativa è la musica, prima valvola di sfogo di pulsioni e aspirazioni giovanili: il rock di Elvis, The Animals, gli Stones, Bob Dylan. La musica diventa, così, veicolo per un viaggio alla ricerca di se stesso, un viaggio che il Boss sta ancora percorrendo, proprio come quelli che sono "Born to run", nati per correre.
A "Ghiaccio bollente" c'è Bruce Springsteen
Una “confessione” davanti all'obiettivo del regista Nigel Cole: è “Bruce Springsteen in His Own Words” in onda mercoledì 8 luglio alle 23.00 su Rai5 (canale 23). Un film - documentario dal taglio intimista, disponibile anche in lingua originale, in cui Springsteen sceglie di raccontarsi attraverso la lettura di alcuni passi della sua autobiografia, integrando il racconto con ricordi, aneddoti e rare immagini tratte dal suo archivio personale. La sensazione è quella di sfogliare un album di famiglia in cui gli echi di una vita intera prendono forma e sostanza. A emergere non è la rockstar, ma il poeta, con tutte le sue fragilità e conflitti interiori. La grandezza della sua lirica ha saputo coniugare aspirazioni e travagli personali in una storia collettiva americana profondamente contraddittoria, sospesa tra il sogno americano e la disillusione della sua futilità. Il collante della narrativa è la musica, prima valvola di sfogo di pulsioni e aspirazioni giovanili: il rock di Elvis, The Animals, gli Stones, Bob Dylan. La musica diventa, così, veicolo per un viaggio alla ricerca di se stesso, un viaggio che il Boss sta ancora percorrendo, proprio come quelli che sono "Born to run", nati per correre.