Cristian Talarico, classe ’89, milanese che all’anagrafe discografica si
firma come Cris Tyler. Un ritorno in scena che certamente significa tanto per
lui avendo polverizzato con un disco almeno 10 anni di silenzio dalle scene. E
il titolo sembra emblematico: “Numero 10”. Vittoria, vincere, rinascere,
sentirsi in ascesa. Comunque, nel modo urban di questo flow dai contorni
classici, ci leggo tantissima consapevolezza.
Un disco che polverizza un lungo silenzio: la musica in questo tempo che
ruolo ha avuto per te?
La passione per la musica non mi ha mai abbandonato. Ho solo dovuto accantonare i miei progetti musicali da solista per dare spazio ad altri impegni, ma appena ho avuto la possibilità, sono tornato a produrre qualcosa che volevo sentire estremamente mio e per me questo vuol dire tanto.
La passione per la musica non mi ha mai abbandonato. Ho solo dovuto accantonare i miei progetti musicali da solista per dare spazio ad altri impegni, ma appena ho avuto la possibilità, sono tornato a produrre qualcosa che volevo sentire estremamente mio e per me questo vuol dire tanto.
E cosa davvero ti ha fatto tornare sotto la luce pubblica?
Tengo a precisare che sono tornato a scrivere, quasi per caso. Tutto è iniziato con la prima versione del brano “Indelebile” (di cui nel disco è presente una versione totalmente diversa da quella originale, che non ho mai pubblicato). E poi da lì un brano ha tirato l’altro fino alla stesura dell’intero disco.
Tengo a precisare che sono tornato a scrivere, quasi per caso. Tutto è iniziato con la prima versione del brano “Indelebile” (di cui nel disco è presente una versione totalmente diversa da quella originale, che non ho mai pubblicato). E poi da lì un brano ha tirato l’altro fino alla stesura dell’intero disco.
Inevitabile chiedertelo: dieci anni, di questi tempi, sono tantissimi come tantissime sono le rivoluzioni. Che mondo hai ritrovato nel momento in cui hai ricominciato a produrre la tua musica?
Sono passati 10 anni, ma a livello di cambiamenti nel mondo musicale mi sembra che ne siano passati 100. Mi sono sentito catapultato in un mondo completamente sconvolto rispetto a quello che ricordavo.. La proposta musicale di questi tempi è talmente vasta che ormai mi viene da dire che il mercato musicale è notevolmente saturo, vista la facilità con cui qualsiasi persona può caricare i brani sulle varie piattaforme. E ormai è una “guerra” di numeri (streams su YouTube, ascolti nei digital stores, followers su Instagram) e “vince” semplicemente chi ne ha di più.
E parlando di sociale? In fondo non sono pochi i rimandi in tal senso…
sempre personali ma in fondo sono cose che potrebbero far parte della vita di
ognuno di noi non trovi?
Si, io quando scrivo ho sempre quella speranza che chi mi ascolta in qualche modo possa rispecchiarsi e rivedersi nelle emozioni o nelle esperienze che racconto nei miei brani. Penso che “arrivare” direttamente all’ascoltatore sia la cosa più difficile, ovvero far si che quest’ultimo non si soffermi solamente al sound o al ritmo della canzone, ma che apprezzi molto anche la morale del pezzo.
Si, io quando scrivo ho sempre quella speranza che chi mi ascolta in qualche modo possa rispecchiarsi e rivedersi nelle emozioni o nelle esperienze che racconto nei miei brani. Penso che “arrivare” direttamente all’ascoltatore sia la cosa più difficile, ovvero far si che quest’ultimo non si soffermi solamente al sound o al ritmo della canzone, ma che apprezzi molto anche la morale del pezzo.
Il futuro della musica e di un certo tipo di suono metropolitano: per te
che futuro sarà? Che cosa sarà normale vivere?
Io mi sto accorgendo che soprattutto nell’ultimo periodo, per lo meno parlo del mio genere (Rap/Trap/Drill), a livello di produzione musicale molti artisti stanno rispolverando vecchie hit di altri generi, utilizzando campioni di canzoni che in passato hanno avuto successo. E molto ci riescono anche bene, perché riescono a far rivivere quel brano con nuove spoglie e godono del successo che aveva avuto tempo fa. A livello di testi, invece, senza dubbio stanno spopolando brani “urban” che parlano di vita di strada, anche se purtroppo il messaggio che viene lanciato spesso non è quello giusto a mio modo di vedere.
Io mi sto accorgendo che soprattutto nell’ultimo periodo, per lo meno parlo del mio genere (Rap/Trap/Drill), a livello di produzione musicale molti artisti stanno rispolverando vecchie hit di altri generi, utilizzando campioni di canzoni che in passato hanno avuto successo. E molto ci riescono anche bene, perché riescono a far rivivere quel brano con nuove spoglie e godono del successo che aveva avuto tempo fa. A livello di testi, invece, senza dubbio stanno spopolando brani “urban” che parlano di vita di strada, anche se purtroppo il messaggio che viene lanciato spesso non è quello giusto a mio modo di vedere.