"Angelo" è il nuovo brano del cantautore Goliardo, esponente della nuova generazione e capace di esporre con passione e sincerità i suoi pensieri e il suo vissuto. Lo abbiamo intervistato.
Ciao, raccontaci qualcosa del nuovo brano che hai appena pubblicato.
Io vi dico la verità: non so dove finisca la totale comprensione, immedesimazione ed ascolto che mi hanno portato a scrivere questo pezzo e dove inizi la corruttibilità dell’arte in quanto io stia rendendo merce di rappresentazione artistica la vita di una persona. Non posso non essere intellettualmente onesto. Per questo ribadisco sempre, in ogni occasione, che l’arte non ha nulla a che fare con il giusto e con lo sbagliato. Credo sia questo uno dei presupposti più inconsci che la renda affascinante, poichè in questo senso è letteralmente l’essere umano stesso: non è giusto nè sbagliato ciò che ti porta ad agire in modo giusto o sbagliato.
Non è giusto nè sbagliato ciò che determina una tua scelta, che poi sì può assumere l’accezione di “corretta” o “erronea” all’interno di un dato contesto e con il potenziale dell’influenzabilità.
Ma l’essere umano è una contraddizione, e l’arte uguale. Forse meno male.
Il personaggio di Angelo rappresenta qualcuno in particolare?
Sì, una persona che non vedo e non sento da anni, e anzi forse questo potrebbe essere tranquillamente il momento di ricontattarlo. Ci sono state dinamiche e fastidi estremamente esterni a cui ora saprei dare risposte mature e soprattutto valevoli di quanto poco valga ciò che è successo.
Quanto c’è di autobiografico in questo singolo?
C’è di autobiografico la cura della memoria personale, anzitutto, che non spero mai di perdere.
Dopodiché c’è ovviamente di autobiografico il fatto che Angelo è una persona che conosco realmente.
Qual è stata la parte più difficile da comporre?
Smettere di piangere mentre scrivevo.
Hai un obiettivo specifico per il 2025?
Festeggiare il mio compleanno.