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Blue Rose racconta la genesi di 'Stanze vuote'


"Stanze vuote" di Blue Rose è un singolo che esplora il coraggio di uscire dalla zona di comfort e scoprire la propria vera essenza. Con un testo sincero e vulnerabile, l'artista invita a prendere distanza da chi ci fa sentire sbagliati e a circondarsi di chi ci ama per ciò che siamo. La musica, scritta d'un fiato, diventa un potente strumento di auto esplorazione, dando voce a un bisogno di liberazione emotiva e autenticità. Un brano che ispira a mettersi al primo posto e scegliere la propria felicità.

Ciao Blue Rose, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Ciao, Grazie! Mi sono avvicinata alla musica già da piccola... Ricordo ancora quando, all'età di quattro anni, mio padre mi registrava mentre cantavo canzoni o filastrocche che mi insegnava mia nonna. La mia prima passione è sicuramente il canto, poi ho scoperto anche il pianoforte seguendo le lezioni di una mia compagna di classe e da li si è aperto un nuovo mondo. Il mio primo pezzo che ho composto s'intitolava “To be” anche se poi anni dopo l'ho pubblicato come “Ma no”, rivisitandolo. Ho scritto questo primo pezzo all'età di 12 anni, influenzata da una canzone che studiavamo in orchestra alle medie “Scarborough fair”. Questo è stato l'inizio del mio percorso di studi sia sul piano che sulla voce che mi ha portato a scrivere molti brani tra cui l'ultimo pubblicato “Stanze Vuote”.

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Sicuramente la musica classica ha avuto una forte influenza su ciò che scrivo, specialmente Bach. Molto spesso studiando brani classici, come i preludi e fuga di Bach, uscivano fuori melodie super moderne che riarrangiavo in versione pop. Mi ispiro anche ad artisti come John Mayer, Alicia Keys o anche Pink Floyd. Mi piace molto sperimentare con gli strumenti e con i suoni. In “Stanze Vuote”, per esempio, ho deciso di utilizzare il pianoforte con il white noise, mi piace molto questo effetto perchè sembra quasi di sentire il rumore del vento al mare.

Tre aggettivi per definire la tua musica. 
Introspettiva, emozionante, coinvolgente.

Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Il messaggio principale è di uscire dalle nostre stanze vuote. Penso che bisogna avere meno paura del nuovo, specialmente quando non ci sentiamo bene dove stiamo. Circondiamoci di persone che ci fanno stare bene e impariamo a stare bene con noi stessi. “Ho ragione ad esprimere la dolcezza che si ritrova dentro me” in questa frase di “Stanze Vuote” esprimo il bisogno di far uscire tutti i lati di me senza paura di essere giudicata. Ci sono alcuni momenti in cui mi sento “incastrata”, ma l'importante è sempre non porsi dei limiti e accettare tutti i nostri momenti, negativi e positivi.

Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Domanda difficile! Direi “Cosa ti spinge a scrivere e a studiare musica?” Per quanto la scrittura di musica e testi sia libera, è importante anche studiare per potersi esprimere al meglio ed è quello che sto facendo. Ho notato io stessa che rispetto ai primi pezzi sto affinando sempre di più la scrittura sia dei testi che della musica.
 
Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press? 
Siate sempre voi stessi in tutte le vostre forme senza paure.