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Intervista a Fatay: esplorando il mondo di "Monet"

 

Sulle pagine di Cherry Press oggi abbiamo il piacere di conoscere più da vicino Fatay, una giovane artista che sta conquistando la scena musicale con il suo talento e la sua autenticità. Con un percorso che affonda le radici nella musica classica, tra pianoforte, flauto traverso e canto, Fatay ha saputo evolversi e mettersi alla prova nel mondo della musica contemporanea.

Il suo nuovo singolo, Monet, è un riflesso della sua crescita personale e artistica, affrontando temi profondi come la consapevolezza delle proprie emozioni e la necessità di proteggersi dalle dipendenze affettive. Fatay ci ha parlato della sua evoluzione come cantante e autrice, di quali artisti l’hanno ispirata e di ciò che vuole comunicare con la sua musica.

Con un sound sincero, spontaneo e introspettivo, Fatay è pronta a farci ascoltare la sua voce, ma non solo: ci invita a riflettere e a restare fedeli a noi stessi. In questa intervista, scopriremo di più sul suo viaggio musicale e sul messaggio che vuole trasmettere attraverso il suo nuovo singolo.
 
Ciao Fatay, benvenuta sulle pagine di Cherry Press! Raccontaci un po’ di te. Quando ti sei avvicinata alla musica?
Mi sono avvicinata alla musica in tenera età, avevo 8 anni quando ho iniziato a prendere lezioni di pianoforte e 11 quando ho iniziato davvero a cantare, ho sempre continuato per la mia strada frequentando il liceo musicale, prendendo lezioni di flauto traverso e suonando o cantando in orchestra, ho iniziato qualche anno fa a frequentare l’RC Voce Produzione e a prendere vere e proprie lezioni di canto e ho iniziato a scrivere grazie a loro. Sin da quando ero piccola avevo ben salda in mente l’immagine del mio futuro, o quantomeno di come lo avrei voluto e devo dire che pian piano di sicuro sto raggiungendo i piccoli obiettivi che mi ero prefissata e spero di non fermarmi mai!

Quali artisti hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
Direi che tra gli artisti che principalmente mi hanno spinta e ispirata nella musica e nella scrittura ci sono Rose Villain, Gemitaiz, Mahmood e Lazza.

Tre aggettivi per definire la tua musica.
Sincera, spontanea, introspettiva.

Quale messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Il messaggio principale è che tutto ciò che crea dipendenza va controllato, siamo noi a dover comprendere quando qualcosa ci sta facendo più male che bene, specialmente se si tratta di qualcosa che dovrebbe solo provocare belle emozioni, come l’amore. Dobbiamo essere capaci di dire basta o comunque di aprire gli occhi nonostante a volte sia davvero difficile ascoltare quella voce nella testa che ci dice che forse non è così che dovrebbe essere. L’amore deve farti solo star bene, altrimenti non  lo si può definire amore.

Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto… ma a cui avresti sempre voluto rispondere. 
Questa è molto difficile perché non mi sono mai posta un problema simile, ma per smorzare un po’ la serietà del discorso direi che se dovessi scegliere una domanda alla quale rispondere mi chiederei “Perché quando cerco il tuo nome d’arte trovo foto di empanadas?” E direi che non sapevo di condividere il mio nome con un piatto venezuelano ma mi fa molto ridere.

Per concludere, quale messaggio vuoi lanciare ai lettori di Cherry Press?
Vorrei dirvi di amare tanto, di cercare sempre di essere un esempio positivo per chi vi sta accanto, di avere il coraggio di dire alle persone che vi stanno attorno che stanno sbagliando quando capite che qualcosa non va. Siate sempre fieri di voi stessi anche quando pensate che non sta andando tutto nel verso giusto perché piano piano tutto si mette al suo posto. E infine, quando vi sentite soli o non compresi, ascoltate la mia musica, è un po’ come se stessi parlando con ognuno di voi.