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Antheal e “Spugne”: accettare il passato senza rimpianti


Con il nuovo singolo “Spugne”, Antheal compie un passo deciso nella definizione del proprio percorso artistico. Dopo l’esordio con “Dammi tre parole”, brano che ha segnato il suo debutto anche come autrice, l’artista torna con una traccia che affronta la fine di un amore da una prospettiva diversa: non con malinconia, ma con calore e consapevolezza. “Spugne” parla del tempo perso inseguendo qualcosa che era già destinato a finire, ma lo fa senza drammi, immergendo l’ascoltatore in una dimensione più intima e autentica, dove l’accettazione dei propri sentimenti diventa un atto liberatorio.

In questa intervista per Cherry Press, Antheal racconta come il suo percorso, iniziato nel Coro di Voci Bianche del Teatro Rendano, l’abbia portata alla costruzione di una voce personale e riconoscibile. Attraverso riflessioni sul significato simbolico del brano e sul rapporto tra musica ed emozioni, l’artista condivide la propria evoluzione, tra scoperte interiori e nuove sfide professionali.

Hai un percorso musicale molto interessante, iniziando dal Coro di Voci Bianche fino a “Dammi tre parole”. Come ti ha influenzato questo percorso e come ti ha portato alla creazione di “Spugne”?
Grazie! Il piccolo coro del teatro Rendano mi ha insegnato l’ascolto, la pazienza e l’importanza del cantare insieme, inoltre è stato davvero un toccasana per la mia voce, essendo un continuo allenamento fisso! “Dammi tre parole” è stato il mio singolo di esordio e ha dato spazio alla parte più esterna di me, in più mi sono messa in gioco come autrice per la prima volta e ho piantato le basi del mio percorso. Con “Spugne”, invece, sto iniziando davvero a capire cosa voglio far vedere e come voglio trasmetterlo.

Cosa rappresenta per te il titolo “Spugne”? C’è un simbolismo particolare dietro questa scelta?
Le spugne assorbono tutto ciò che le circonda, proprio come facciamo noi con le emozioni e le esperienze. Sono un simbolo di sensibilità in un certo senso.
Ma una spugna non trattiene per sempre: si può strizzare, liberare, svuotare. E’ proprio questo quello che faccio io all’interno del mio brano.

Il brano esplora l’accettazione dei propri sentimenti. Come pensi che la tua musica possa aiutare le persone a riflettere sulle proprie emozioni?
“Spugne” parla di assorbire tanto, ma anche di riuscire a lasciare andare. Vorrei che le persone si concentrassero sul concetto di “tempo perso” ragionando e non rimuginando su esso. Meglio prendere in mano la situazione e rialzarsi più forti di prima che perdere ancora più tempo dietro qualcosa di non risolvibile.

Cosa ti ha insegnato questo singolo in termini di crescita artistica e personale?
Mi ha insegnato che non devo avere paura di essere me stessa in tutto ciò che faccio. Le mie unicità vocali, ciò che consideravo difetti, sono state trasformate nei miei punti di forza, ciò che mi rende riconoscibile in un marea piena di nuove voci. La Antheal del passato sarebbe fiera di me, ne sono certa.

In che direzione vedi il tuo percorso musicale evolversi nei prossimi anni? Cosa possiamo aspettarci da Antheal?
Spero di poter fare sempre di più e puntare sempre più in alto. Al momento mi sto dedicando alla scrittura di un terzo singolo e sto iniziando a studiare molto più seriamente come funziona questo mondo della produzione e intrattenimento musicale, ancora molto nuovo per un’artista emergente che fino a pochi anni fa si limitava solo a fare cover delle proprie canzoni preferite.