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Va Sentiero: il concerto di itinerari sulle montagne di Brescia


Quella che la provincia di Brescia svela quando la primavera alza il sipario sulle sue montagne è una vera e propria sinfonia dedicata agli amanti delle passeggiate in alta quota. Semplici, impegnativi o riservati ai professionisti del trekking di livello e dislivello, i sentieri che si diramano tra la Valle Camonica, la Valle Sabbia e la Valle Trompia non sono soltanto un parco divertimenti per i camminatori ma anche una costellazione di spunti storici che solleticano la curiosità e attivano la memoria. Tra i rifugi disseminati in paesaggi sensazionali e le testimonianze della Grande Guerra, Visit Brescia segna sulla mappa le tappe obbligate – o almeno consigliate – di un itinerario da percorrere a piedi o in mountain bike per toccare il cielo con un dito.

Sentiero dei Fiori
Non certo un percorso adatto a chi, lasciandosi ingannare dal nome, pensa di intraprendere una semplice passeggiata in un campo di margherite, il Sentiero dei Fiori è un’esperienza riservata a esperti in materia di ferrata o a escursionisti particolarmente determinati a raggiungere la vetta in compagnia di una guida alpina, magari spezzando il tratto con una notte al Rifugio Mandrone o scegliendo di servirsi della cabinovia verso il Passo del Tonale. Chi invece aggredisce la salita al Passo Paradiso può apprezzare il meraviglioso panorama sulle Alpi e sulle valli sottostanti che si gode dal Passo del Castellaccio, a 3029 metri sul livello del mare. Da qui, il kit da ferrata diventa uno strumento necessario per affrontare canaloni e rocce a strapiombo sulla Val Sozzine fino a Cima Lago Scuro, dove il famoso bivacco della Capanna – normalmente chiuso – fa da spartiacque tra chi decide di proseguire in direzione del Passo del Maroccaro e chi, già soddisfatto, preferisce tornare sui propri passi.

SENTIERO NUMERO 1
Sono sempre gli escursionisti allenati e ben equipaggiati con kit da ferrata i destinatari del richiamo lanciato dal Sentiero Numero 1 dell’Adamello. L’imponenza degli ambienti attraversati tra i 2 e i 3mila metri di quota e una vegetazione particolarmente varia durante tutto l’anno, ne fanno uno dei percorsi più interessanti e suggestivi del bresciano. Gli amanti della natura e della fauna montana non possono che rimanere stregati da questo itinerario di circa 70 km, con partenza da Rifugio Tassara in Località Bazena e arrivo a Edolo, che si insinua nel territorio del Parco dell’Adamello e tocca alcuni degli angoli più selvaggi delle Alpi, sia in termini botanici che a livello geomorfologico. Marmotte, ungulati e aquile sono i padroni di casa in un’area in cui il trekking viene favorito dalla posa di cordine e catene metalliche e da passaggi creati dalle Guide Alpine di Valle Camonica.

SULLE TRACCE DELLA GRANDE GUERRA
Gli appassionati di storia militare che vogliano unire la ricerca delle tracce delle battaglie passate all’escursionismo in una natura testimone di eventi epici possono creare un itinerario personale sui luoghi toccati dalla Grande Guerra, da percorrere in più tappe durante tutto l’arco dell’anno.
Dalla Piana di Malga Lavedole, dopo aver superato i laghi d’Avio, si giunge ad esempio al famoso Calvario, per poi proseguire verso il Rifugio Garibaldi, dal quale è possibile ammirare una delle zone più selvagge e ampie del Parco dell’Adamello, in una corona di cime che incornicia il Ghiacciaio del Venerocolo.

In Valle Camonica, nell’ambito del Giro del Monte Aviolo, si può partire dal Rifugio alla Cascata e muovere, attraverso una comoda strada forestale, in direzione del Roccolo Pornina. Poco prima delle baite, sulla destra, il tracciato di un’antica strada militare porta a due interessanti manufatti dell’epoca della Grande Guerra: una polveriera, semi interrata e in ottimo stato di conservazione, e una caserma, anch’essa in buone condizioni. Sempre in Valle Camonica, tra il Passo del Blumone e Cima Laione si incontrano innumerevoli postazioni militari del periodo tra il 1915 e il 1918. Per dedicare una giornata alla storia, si può proseguire fino al Passo della Monoccola, camminando quasi ininterrottamente su antiche mulattiere, attraversando costruzioni e appostamenti risalenti all’inizio del secolo scorso. Da Santa Apollonia, una piacevole e lunga camminata tra boschi di larici e rododendri che lascia il posto ai resti delle vecchie mulattiere è tra i possibili itinerari per affacciarsi dalle Bocchette di Val Massa, fortificazione unica nel suo genere, che merita senza dubbio una visita. Altre varianti partono da Villa d’Allegno e Canè di Vione.

Spostandosi in Valle Adamé, il Rifugio Lissone è il punto di partenza privilegiato per l’ascensione al Corno di Grevo. La ferrata in direzione di Passo Forcel Rosso apre l’orizzonte su postazioni ben conservate risalenti al primo conflitto mondiale.
Fortificazioni risalenti alla Grande Guerra sono poste anche nei pressi di Passo di Campo, a 2296 metri sul livello del mare, a poco più di un’ora dall’altissimo Rifugio Maria e Franco, sulla strada per il selvaggio Passo Dernal.

Trincee, grotte scavate nella roccia, postazioni di artiglieria, riservette per munizioni: queste sono le suggestioni belliche offerte dall’Alta Via dei Forti in Valle Sabbia, percorso di trekking inaugurato nel 2016 che permette di descrivere il periplo del Lago d’Idro toccando i siti principali dello Sbarramento Giudicarie, come il Forte di Valledrane e il Forte di Cima Ora, il Museo di Capovalle e una serie di resti di fortificazioni, posti di guardia, caverne di guerra, postazioni di cannoni.
Una menzione merita Passo Lago Scuro, sul già nominato Sentiero dei Fiori, dove era collocato uno dei più grandi villaggi militari in quota che siano mai stati utilizzati dai soldati per l’intero anno sulle Alpi.

Non si può abbandonare questo ideale sentiero sulle tracce della Grande Guerra senza aver visitato il Museo della Guerra Bianca di Temù (BS), avamposto della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-militare della Prima Guerra Mondiale nel territorio lombardo. La nuova sede espositiva è dedicata alla cosiddetta Guerra Bianca, ossia a quella combattuta sul fronte di alta quota compreso tra il Passo dello Stelvio e il Lago di Garda, situato in gran parte al di sopra dei 2.000 m, con vasti tratti oltre i 3.000 m e numerose cime sopra i 3.500 m. Oltre 1700 oggetti recuperati per lo più in area glaciale aiutano il visitatore a comprendere gli elementi caratteristici come il muoversi e l’abitare, la sopravvivenza al clima, l’uso delle armi, dell’artiglieria, dei sistemi di trasporto e delle diverse attrezzature per la montagna, la vita di trincea in condizioni estreme, la sofferenza e la morte.
È infine la Valle Trompia a offrire un contributo tematico con il Sentiero della Grande Guerra. A 1684 metri di altitudine, il Maniva è un valico che rappresenta il naturale confine fra Bagolino e Collio, a protezione del quale vennero costruite parecchie linee difensive. In vista del primo conflitto mondiale, l'importanza dal punto di vista strategico di Collio crebbe notevolmente e vennero realizzate opere militari come strade, fortificazioni, teleferiche e postazioni, oltre a 3 caserme. I resti di trincee, camminamenti e bunker sono ancora oggi visibili e possono essere visitati. A tal fine, si suggeriscono due possibili itinerari con partenza dal Maniva: il primo verso Cima Dosso Alto e il secondo verso il Dasdana, le Colombine e ritorno dal Casermone.

Sempre sul Maniva - seguendo il sentiero 3V, i sentieri del CAI e le ex strade militari - il Trekking della Grande Guerra consente di transitare accanto a resti di ciò che costituiva la terza linea del fronte. Si tratta di ripercorrere quello che, durante il corso della Prima Guerra Mondiale, era parte del reticolo viario che collegava la terza linea difensiva dello schieramento italiano contrapposto all’esercito austro-ungarico, lungo un itinerario disseminato di interessanti opere di ingegneria viaria, depositi di munizioni in grotta e strutture trinceali che ospitavano postazioni di osservazione e di artiglieria.

RIFUGI
Sono oltre 30 i rifugi della provincia di Brescia sparsi lungo i possibili e più disparati itinerari di trekking in alta quota. Uniti dalla comune attenzione alla sostenibilità ambientale, tutti si impegnano per offrire agli ospiti una calda accoglienza e cibi tipici, in modo da rendere ancora più piacevole l’immersione nella natura di queste montagne a un passo dal cielo. Se elencarli in maniera esaustiva si rivelerebbe un’impresa titanica, è però possibile citarne qualcuno e rinviare all’opuscolo Sentieri Bresciani, scaricabile gratuitamente dal sito www.provinciadibrescia.it, per una lista completa e dettagliata.

In particolare, da Ponte di Legno, muovendo in direzione del Passo Gavia si giunge al Rifugio Valmalza, meta di riferimento per tutti gli amanti della cucina camuna e del wild watching. Gli ungulati che pascolano tra le rupi e le fioriture estive della Valle delle Messi fanno la gioia di chi cerca un contatto davvero intimo con la natura della zona. Sempre sulla strada per Passo Gavia, il Rifugio Bozzi è noto per gli interventi di restauro che hanno interessato le numerose costruzioni militari presenti nella zona e che costituiscono lo spunto per gite apprezzate soprattutto dai bambini. Dalla struttura, è inoltre possibile lanciarsi in escursioni non troppo impegnative che consentono sguardi panoramici sulle valli limitrofe e sugli animali d’alta quota. Entrambi i rifugi si raggiungono percorrendo strade boschive ben segnalate, interessanti anche per gli impavidi mountainbiker. Ancora in Valle Camonica, il Rifugio Corno d’Aola è il punto di partenza ideale per un’escursione verso i laghetti di Pozzuolo, mentre il Rifugio Roccolo Ventura, alle falde degli impervi Monte Casola e Monte Castablo, è luogo di ristoro per chi visita l’antica chiesetta di S. Giulia, già citata in diversi documenti del 1312. Il 16 agosto di ogni anno, in questa zona, una festa riunisce molti appassionati della montagna.

In un punto ideale per chi volesse percorrere il Sentiero delle Tre Valli, il Rifugio Monte Cimosco invita ad avventurarsi in direzione del Lago di Rondenet o alla scoperta delle malghe, da sempre utilizzate per i pascoli estivi. Tra queste, nella conca del Rossello di Mezzo, una è stata restaurata per ospitare un centro di formazione faunistico e di osservazione ornitologica. È inoltre possibile andare alla ricerca dei panorami mozzafiato, salendo fino agli oltre 2000 metri del Monte Muffetto. È invece partendo dalla Pineta di Lodrino che si conquista il Rifugio Nasego, luogo di sosta per chiunque voglia proseguire verso la vetta del Monte Palo e la sua vista a 360 gradi su tutte le pre-alpi bresciane.

Il Rifugio Valle Trompia, situato a 1260 metri nell’omonima valle, è una meta ideale per i cicloturisti ma anche un campo base perfetto per effettuare camminate brevi e non troppo impegnative alla volta del Monte Guglielmo, dei Piani di Caregno e del Colle San Zeno. Ultimo ma non ultimo, la Capanna Gianni e Mario Remedio a Bovegno è un valido punto d’appoggio per escursionisti e appassionati di montagna: l’ambiente incontaminato e selvaggio è dominato dai Corni del Diavolo, dal Monte Crestoso, dalla Corna Blacca e dal Monte Ario.