Raccontare un sentimento attraverso le immagini significa scegliere un linguaggio ulteriore, capace di amplificare ciò che la musica suggerisce e che le parole, da sole, non riescono del tutto a contenere. Il nuovo video di D’Iuorno dedicato a Cosa vuol dire amore nasce esattamente da questa esigenza: trasformare un interrogativo intimo in una narrazione visiva che non offra risposte definitive, ma apra varchi, prospettive, possibilità. Il brano, scritto durante un inverno trascorso a Malta, già affronta con lucidità e delicatezza uno dei temi più complessi dell’esperienza umana. Il video, firmato da Viral Production, ne amplia la profondità attraverso una regia che privilegia gesti minimi, silenzi, cambi di luce e movimenti che hanno il peso di una confessione.
D’Iuorno attraversa ogni scena come se stesse attraversando se stesso. Le immagini lo mostrano mentre si spoglia simbolicamente delle maschere accumulate nel tempo, scegliendo un linguaggio che non cerca effetti speciali ma autenticità. L’ambientazione di Poggio alla Pieve offre un contesto essenziale, quasi sospeso, in cui fragilità e ricerca interiore trovano spazio per mostrarsi senza filtri. Il risultato è un’opera che dialoga con la canzone senza ripeterla, offrendo un diverso accesso al suo nucleo emotivo.
Cosa vuol dire amore è un brano che espone molto di te. È stato più difficile scriverlo o condividerlo con il pubblico?
Sicuramente più difficile scriverlo, in quanto il testo è arrivato bello chiaro dopo un percorso personale sofferto. Condividerlo è stato come lasciare andare qualcosa che ormai era diventata parte di me quindi non poteva più ferirmi.
Nel videoclip c’è un senso di liberazione, quasi catartico. Come è stato vivere quel momento davanti alla macchina da presa?
Posso dire che girare il Videoclip ingessato in giacca e cravatta mi inibiva un pò e si vede. Era proprio quello l'effetto voluto dal regista e come si capisce dalla domanda ha funzionato. Dopo mi sono spogliato e mi sono sentito libero e sciolto
Il testo parla di cambiamento e di accettazione delle proprie ombre. Quando hai capito che la musica poteva essere un modo per affrontarle?
Scrivo da sempre, da quando ero piccolo, era il mio modo di trascendere il cinismo e la materialità della realtà. Poi dopo le medie iniziai a provare a mettere in musica alcune cose e il fatto che la canzone avesse come dote principale la sintesi comunicativa mi cattur e da lì in poi non l'ho più lasciata. Devo dire che sto pensando di provare anche con un libro, ma vedremo...
Credi che oggi, per un cantautore, la sincerità sia ancora un valore riconosciuto o un rischio?
Entrambe le cose ma dipende a cosa punti. Io credo ancora che ci siano poche persone capaci di ascoltare qualcosa di sincero e che anche per loro vale la pena scrivere. Il resto non mi interessa
Cosa ti auguri che resti a chi ascolta il brano, una volta spenta la musica?
Mi piacerebbe che restasse un'emozione, indipendentemente che sia piacevole o spiacevole.
Se dovessi scegliere una parola sola per definire questo tuo nuovo capitolo, quale sarebbe?
Prospettiva
